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Influencer marketing oggi: le confessioni di una content creator

Pubblicato il Lettura: 5 min

Come l’influencer marketing e la content creation cambiano nel 2025

L’influencer marketing è una strategia di comunicazione e promozione che coinvolge persone con un seguito rilevante (piccolo o grande) su piattaforme digitali. Gli e le influencer sono capaci di influenzare le decisioni di acquisto e comportamento del proprio pubblico attraverso la fiducia costruita nel tempo.

L’influencer marketing non si limita a “fare pubblicità con i follower”: è una forma di narrazione immersiva, in cui il brand entra nella quotidianità dell’influencer, che lo racconta attraverso contenuti autentici, coerenti e coinvolgenti. I creator diventano brand ambassador, ma anche autori, registi e editori di se stessi. Si occupano in prima persona di shooting, storytelling, community management, partnership, performance analysis e spesso anche di valori etici e ambientali.

Influencer marketing: lo stato dell’arte

Nel 2025, il focus dell’influencer marketing si è spostato dalla quantità all’autenticità e rilevanza. I micro e nano-influencer sono spesso più efficaci, soprattutto nei settori B2C e locali.

Oggi il mondo dell’influencer marketing non è più un territorio pionieristico, ma un ecosistema strutturato e in piena espansione.

Secondo il report annuale di Influencer Marketing Hub, il valore globale dell’influencer marketing raggiungerà i 32,55 miliardi di dollari nel 2025, in crescita rispetto ai 24 miliardi del 2024 e agli 1,7 miliardi del 2016.

Una scalata vertiginosa che fotografa l’evoluzione del settore in meno di un decennio.
In Italia, il settore ha superato i 308 milioni di euro nel 2023 e continua a crescere nel 2024 e nel 2025. È spinto da nuovi format, creator professionali e da un’attenzione crescente alla sostenibilità e all’etica dei contenuti.
Settori come il beauty, fashion e food restano i più attivi, ma aumentano le collaborazioni nel mondo del turismo, della salute e persino della cultura.
Gli influencer non sono più semplici testimonial: sono brand personali, redazioni creative, piccoli media center mobili. Ma proprio in questa sovrabbondanza, il vero discrimine è la qualità: funziona chi costruisce una community reale, chi crea contenuti pensati, chi mantiene la propria voce riconoscibile.

Angela fa parte di questa categoria. Nel team NCL da anni, è più che una content creator. L’abbiamo intervistata per farci raccontare il dietro le quinte del suo lavoro.
Spoiler: c’è molto più rigore, pensiero e cura di quanto l’algoritmo possa raccontare.

Intervista ad Angela Peccolo, influencer e content creator

Angela Peccolo, 29.000 follower, ha una community affezionata e una voce sincera. Ma soprattutto, ha un obiettivo preciso: trasformare la quotidianità in contenuto e le collaborazioni in racconto.
Oggi è content creator e influencer, ma tutto è iniziato per gioco: nel silenzio e nella solitudine della quarantena. Una fotocamera, qualche outfit, i piatti cucinati con quello che c’era. Nessuna strategia. Solo lei, così com’era.

Angela, com’è iniziato tutto?

Il mio percorso è iniziato durante il Covid. In particolare, già dall’inizio della quarantena. Per far passare il tempo, mostravo su Instagram la mia routine, gli outfit e anche i pochi piatti che cucinavo. Da lì sono iniziate ad arrivare le prime proposte di collaborazioni da diversi brand.

Com’era il mondo dell’influencer marketing agli inizi? E com’è oggi?

All’inizio era tutto più genuino. C’erano i grandi influencer, ovvero le celebrità, e poi i micro influencer, che erano davvero pochi. I grandi influencer sono stati tra i primi a investire tutto il loro tempo nella creazione di contenuti, ne hanno fatto una vera e propria professione a 360°. Noi, i micro influencer, mostravamo più semplicemente la nostra routine da persone normali.
Poi c’è da dire che all’inizio c’era una selezione accurata degli influencer. Oggi, purtroppo, è diventato un campo per tutti. Se prima lo si faceva per mostrare e consigliare, ora il motivo principale è diventato il guadagno.

Oggi cosa serve per lavorare come creator?

La competenza principale e fondamentale oggi è essere una brava content creator. È essenziale saper creare contenuti che siano autentici, coinvolgenti e di qualità.

Quando una collaborazione funziona davvero?

Una collaborazione efficace dipende dalla quotidianità. Il prodotto di un brand deve entrare a far parte della routine quotidiana dell’influencer, altrimenti risulterà forzato. Se si tratta di un servizio, deve essere coerente con ciò che l’influencer mostra ogni giorno.

C’è una campagna che ti è rimasta nel cuore?

La campagna di Gisar è quella che ricordo con più affetto. È stato il primo brand con cui ho avuto una collaborazione a lungo termine. Ero particolarmente legata perché non si parlava solo di vestiti o jeans, ma ci sentivamo come una vera e propria “famiglia virtuale”.

E quando i brand sbagliano?

Un errore comune che fanno i brand è non selezionare bene gli influencer. Per selezionarli, dovrebbero seguire l’influencer per un po’, osservare come comunica, che tipo di contenuti crea e, soprattutto, qual è il suo target di riferimento.

Come riesci a mantenere la tua autenticità anche nelle collaborazioni?

Bilancio la mia autenticità creando contenuti che, indipendentemente dal brand, rispecchiano sempre la mia personalità e la mia quotidianità. In questo modo, riesco a mantenere il mio stile e al tempo stesso rispondere alle esigenze del brand.

C’è un malinteso, secondo te, sul tuo lavoro?

La percezione più sbagliata che si ha del mio lavoro è che sembri semplice.

Molti pensano che si tratti di un lavoro facile, o addirittura ti danno della nullafacente… ma dietro a ogni video, post o contenuto, c’è molto impegno: dalla creazione alla gestione della community.

Come scegli i brand con cui lavorare?

Scelgo i brand con cui collaborare in base ai valori che condivido con loro. Devono rispettare i miei principi, come il rispetto per l’ambiente e la cura delle persone. Inoltre, il prodotto o il servizio deve essere in linea con ciò che sono. Ad esempio, non potrei mai promuovere il gioco d’azzardo, indipendentemente dal cachet offerto.

Che ruolo hanno oggi trasparenza e responsabilità sociale?

La trasparenza e la responsabilità sociale hanno sempre più peso. Grazie all’obbligo di usare gli hashtag, è più facile individuare se un influencer è stato pagato per promuovere un brand o se ha ricevuto un prodotto o servizio gratuito. Questo aiuta gli utenti a capire chiaramente che tipo di promozione stanno vedendo.

Hai mai ricevuto richieste strane?

Una delle richieste più strane che mi sono arrivate è quella da parte di “trapper” che mi chiedevano di partecipare a videoclip come “ballerina”, senza alcuna connessione con il mio lavoro e il mio stile.

E il futuro dell’influencer marketing? Come lo immagini?

L’influencer marketing sicuramente evolverà. Mi auguro che ci sarà una selezione più accurata e una scelta mirata degli influencer, per garantire che il settore resti professionale e autentico.

Autori:

Autore articolo Susanna Feltrin

Susanna Feltrin
Copywriter

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