• Vita da agenzia

Il mio percorso di crescita professionale in NCL

Pubblicato il Lettura: 5 min
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Da Milano a Levada (passando per le montagne russe emotive)

Mi è capitato di recente di fermarmi un attimo e guardarmi indietro. Un rewind mentale che parte da un’aula universitaria milanese e arriva dritto dentro agli uffici di Nolita Crazy Lab. Un percorso fatto di ricerca, brief, piani editoriali, studio, e un numero imprecisato di “C’è questa cosa urgente da fare”.

Sono Emma Gemignani, 26 anni, Social Media Manager – SMM per i pro –, e da ormai quattro anni parte di questo piccolo grande mondo creativo. Ma quando ho varcato per la prima volta la porta dell’agenzia, ero ancora una studentessa dello IULM, prossima alla laurea, con una buona dose di entusiasmo… e di panico.

Spoiler numero 1: la transizione “lezioni e serate” → “ufficio e riunioni” non è stata esattamente indolore.

Come ho iniziato a lavorare per un’agenzia di comunicazione

Tutto è iniziato mentre frequentavo il secondo anno allo IULM. Per un esame di pubblicità ho avuto l’occasione di collaborare con Ricky (sì, l’attuale boss) a un brief creativo per una campagna di Heineken21. È stato in quel momento che ho messo piede per la prima volta negli uffici gialli di NCL, e qualcosa mi ha colpita. Credo fossero l’ambiente, l’energia, le persone.

Fa ridere, ma ricordo bene il momento in cui mi sono resa conto di quanto NCL fosse un ambiente positivo e ricco di stimoli. In quel momento mi sono girata verso Roby (sì, l’altro boss) dicendogli: “Beh, se non so dove andare io vengo qui!”

No, non fraintendete: non l’ho mai vista come un’ultima spiaggia. Ma, all’epoca, mi immaginavo ancora in un’agenzia milanese, a fare la creativa in sneakers con la scrivania in vetro. Di certo non mi sentivo pronta a “mettere la testa a posto”.

Poi è arrivato il Covid. E la mia vita ha fatto marcia indietro: da Milano sono tornata nella mia Oderzo. A febbraio 2021 ho iniziato lo stage universitario in NCL. Da lì, è cominciato tutto.

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Spoiler numero 2: non era solo per 3 mesi

Dovevo restare per i classici tre mesi da stage. Poi però, tra progetti che avevo iniziato a seguire quasi in autonomia e la necessità di una mano in più, sono passata da stagista ad apprendista. Nel giro di poco – molto poco – ero ufficialmente parte del team.

Non vi nascondo che è stata una bella sfida con me stessa: mentre iniziavo a gestire clienti, scadenze e creatività, stavo anche scrivendo la tesi.
Le mie giornate erano divise così: NCL di giorno, tesi di notte.
In certi momenti avrei voluto essere Bradley Cooper in Limitless, ma senza effetti collaterali. Solo pillole di efficienza pura, grazie.

Poi è arrivata la laurea, e con lei la chiusura definitiva del capitolo Milano. Un momento bellissimo. Ma ormai ero entrata in modalità NCL.

Crescere in agenzia (e con l’agenzia)

Dopo quasi un anno in agenzia, già sentivo di aver fatto passi da gigante. Da stagista che controllava tre volte la caption prima di inviarla, a persona di cui ti potevi fidare e che si sapeva arrangiare.

Mi hanno lasciata fare, sbagliare, imparare. Ogni errore, ogni revisione, ogni “Emma, forse rivediamolo insieme” è stato parte del percorso. E della crescita che oggi riconosco come mia.

Nel frattempo, anche NCL cambiava: i progetti si strutturavano, i clienti crescevano, arrivavano nuove sfide.
È stato bello, e continua ad esserlo. Perché l’agenzia di quattro anni fa non è l’agenzia di oggi. Siamo cresciuti (in tanti sensi), abbiamo alzato l’asticella della creatività, e messo la nostra firma su progetti di cui andiamo fieri.

Oggi siamo un’agenzia molto più solida, concreta e capace di affrontare progetti trasversali con metodo e visione.
Siamo diventati più consapevoli, e anche più ambiziosi.

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Misurarsi con sé stessi e imparare a conoscersi

In questi anni ho capito tante cose di me. La più evidente? Sono un’amante dell’organizzazione, della precisione e della bellezza delle cose fatte con ordine.

Amo tenere insieme i pezzi, gestire i tempi, incastrare progetti, trovare sempre il modo migliore per raccontarli. Ma soprattutto, amo dare una forma visiva a ciò che raccontiamo.

Mi piace studiare ogni brand, capire la sua identità e creare un mondo estetico coerente e riconoscibile.

Sì, forse sono un po’ maniaca dell’estetica.
 E no, non ho intenzione di smettere.

Oggi: meno serate, più deadline

Quattro anni intensi. Pieni. Formativi. A tratti faticosi, a tratti esaltanti.
Mi sento anche un po’ invecchiata mentalmente – e sono sicura che Ricky lo confermerebbe senza pensarci troppo: sono passata da frequentatrice accanita delle discoteche ad amante delle cene da amici e delle otto ore di sonno. Che sogno.

Il mio ruolo oggi è più chiaro, più solido. Ho più responsabilità, seguo realtà con obiettivi più strutturati e mi sento parte attiva di tutto quello che accade qui dentro.
Ci sono nei progetti, nelle call e nelle urgenze dell’ultimo minuto.
Ci sono con la mia testa organizzata, il mio occhio attento ai dettagli e con quella voglia costante di imparare qualcosa di nuovo.

Il mio presente in agenzia (e qualche prospettiva sul futuro)

Di recente ho avuto una promozione. Un cambio di ruolo che mi ha portata ufficialmente nel “team dei grandi” – detta così fa ridere, ma è anche un po’ vero.

Un nuovo mondo fatto di strategia, performance, numeri, analisi… e sfide. Tante sfide.
Un mondo che mi stimola, che mi mette alla prova, che mi spinge ogni giorno a far quadrare teoria e pratica (altro spoiler: non sempre succede al primo colpo, ma ci si arriva).

Ho fatto un passaggio di consegne, lasciato alcuni dei miei vecchi clienti e accolto nuove realtà da seguire.

Oggi seguo anche clienti del mondo B2B: un settore che ha logiche completamente diverse dal B2C e che richiede uno sguardo più analitico, ragionamenti più lunghi e un approccio ancora più strategico. Serve essere chiari, andare dritti al punto, ma senza perdere creatività e coerenza.

Non so ancora dove mi porterà questo percorso.
Ma so che voglio continuare a sorprendermi, a crescere con l’agenzia e costruire qualcosa di bello.

E se oggi qualcuno bussa alla mia scrivania per chiedermi un consiglio, un’opinione o anche solo: “Emma, mi dai una mano?”, io sorrido.
Perché so che ci sono. E che sono nel posto giusto.

Il mio percorso di crescita professionale in NCL
Il mio percorso di crescita professionale in NCL

Quattro anni dopo

Quattro anni fa entravo in agenzia con più domande che certezze.
Oggi ho ancora un sacco di domande – ma anche qualche risposta in più.

E soprattutto ho capito una cosa: non esiste un momento giusto per sentirsi pronti.
Esiste il momento in cui ti ci butti. E scopri che lo sei.

Se vi è piaciuto questo articolo, continuate a seguire il blog di NCL.
Magari ci rileggiamo presto.
Siamo un po’ pazzi, ma facciamo sul serio. E abbiamo ancora tante storie da raccontare.

Autori:

Autore articolo Emma Gemignani

Emma Gemignani
Social Media Manager

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